Fa sempre comodo avere chiavi inglesi, pinze e cacciaviti a portata di mano, ma la Cassetta degli attrezzi porta sempre via spazio prezioso e spesso viene infilata in fondo a qualche gavone sotto le dinette, non certo comoda e veloce da raggiungere…
E allora che si fa? – io ho sfruttato lo spazio vuoto tra il paiolato ed il primo gradino, costruendo una cassetta per gli attrezzi che riempie quello spazio disponibile, anzi, vi dirò di più… nel mio caso ha anche una doppia funzione! Infatti, su Alcyone, il mio Bavaria 40, il primo gradino è un po ballerino e con questa modifica, l’ho anche reso ben solido.
L’idea originaria non è mia, ma ho trovato spunto da una realizzazione simile, fatta da un utente del quale non ricordo il nick, vista un po di tempo fa sul forum Amici della Vela
Come si vede dalle fotografie, per la realizzazione ho utilizzato del compensato marino, che ho opportunamente impiallacciato in mogano nelle parti a vista, così da renderla uguale agli interni esitenti. L’impiallacciatura, dello spessore di 8/10 di mm, l’ho trovata da una antica falegnameria molto ben fornita, nel centro storico di Genova.
Non vi fornirò misure poichè come è ovvio ogni barca è cosa a sè; tuttavia, per voler essere critico e sincero fino in fondo posso dirvi che forte di questa esperienza, se dovessi rifare il lavoro, la farei circa 2 centimetri in meno di larghezza.
Veniamo alla costruzione:
Dopo aver preso tutte le misure del caso, ho preparato due pezzi di compensato marino da 2 cm di spessore, da fissare verticalmente sotto il gradino, i quali, oltre a delimitare lo spazio per la cassetta degli attrezzi, appoggiando sul paiolato danno solidità al gradino un po traballante. L’impiallacciatura è stata fissata con adesivo a contatto, rifilata con cutter e rifinita a carta vetro.
Come si nota dalla foto qui sopra, il fissaggio sotto il gradino l’ho fatto mediante spine di legno, mentre la parte posteriore è fissata alla paratia verticale con viti passanti. Dopo aver rifinito i pezzi con 2 mani di impregnante e 5 o 6 mani di pulioretanico mono componente, scartavetrando in modo leggero tra una mano e l’altra, li ho fissati sotto al gradino. A quel punto ho potuto prendere con precisione le misure per la cassetta.
Ho così smontato la paratia ove è fissato il gradino e l’ho portata a casa, con grande gioia della mia signora!..
Prese le misure esatte ho iniziato la costruzione della cassetta per gli attrezzi, per la quale ho utilizzato del compensato marino da 1 cm di spessore. Nel prendere le misure, ho tenuto ovviamente conto dello spessore della parte frontale della cassetta, che ho realizzato con del “marino” da 2 cm, applicata alla parte frontale della cassetta, e che essendo la parte a vista ho provveduto ad impiallacciare.
I pezzi di compensato li ho fissati con resina epossidica addensata con fibre naturali e chiodini senza testa, morsettando il tutto in squadra per buone 24 ore. Nella costruzione della cassetta, ho dovuto tener conto di un profilato di rifinitura che mi ha costretto a rialzare di circa un centimetro dal paiolato la cassetta. Tale rialzo l’ho realizzato con scarti di compensato marino, ai quali ho poi applicato del feltro in modo da non rigare il paiolato nel tirare fuori la cassetta.
Essendo venuta una cassetta bella profonda, ho deciso di completarla con un’ulteriore cassetta che vi si infila all’interno. Ho così deciso di dividere lo spazio principale in due scomparti, profondi circa 10 cm, ricavando, con un pezzo di compensato un vano idoneo a contenere alcuni ricambi del motore tipo filtro gasolio, cinghie alternatore, girante e cinghia per la pompa dell’acqua. e con 4 pezzetti di listello da 1,5 X 1,5 cm incollati ai 4 lati, ho creato il supporto per la cassetta interna.
A questo punto con lo stesso sistema ho costruito la cassetta interna, sempre in compensato marino da 1 cm.
Ho poi rifinito il tutto con impregnante e sulle impiallacciature anche con le canoniche 5 o 6 mani di pulioretanica mono componente. Rimontando tutto in barca, e rifinito il frontale con due maniglie a mezza conchiglia in legno e chiavistelli in ottone per il bloccaggio, questo è il risultato.
Un particolare ringraziamento, va al mio amico velista Pietro Dagnino – detto Piero, che dall’alto della sua esperienza nella lavorazione del legno, con i suoi preziosi consigli mi ha supportato nelle fasi per me un po più critiche.
Spero di non essermi dilungato troppo e di non avervi annoiato, nella speranza che questo mio lavoro possa esservi utile come spunto per le vostre barche.