Il Glossario velico, secondo la visuale della donna di un velista, è stato scritto da Lucia molti anni fa, quando per le prime volte la portai in barca per brevi week-end e vacanze. All’epoca navigavo con Ana Marija Nava, la mia splendida Elan 31S, compagna e complice di molte belle vacanze ed avventure. Alcuni giorni fa, rovistando nei file del PC di casalingo, è rispuntato il file di quel glossario del quale in realtà non ne conoscevo l’esistenza.
Ricordo vagamente che in quel periodo, durante la navigazione Lucia spesso aveva carta e penna in mano, ed all’antica maniera, scriveva e prendeva appunti talvolta sulla navigazione vera e propria e talvolta su ciò che la circondava. Ovviamente ho sempre pensato che si stesse tenendo una sorta di diario personale, ma devo immaginare che abbia preso questa decisione ricordando le sue “prime volte” e le mie risate oltre ai miei sguardi di disappunto.
Comunque, ho trovato questo glossario alquanto singolare e divertente, e quindi grazie alla sua generosità, lo propongo anche a voi così com’è, senza alcun intervento o correzione da parte mia.
GLOSSARIO
Tanto per capirci quando si è a bordo di una barca a vela.
La BARCA A VELA: la barca a vela per un velista è la fidanzata ufficiale, è Colei che ha affrontato mare e vento arrivando sempre in porto. La barca a vela può accogliere gentilmente una donna (ma non sempre di buon grado) ma non prima di averla sottoposta ad alcuni test di sopportazione/gradimento. Quando questa donna sarà riuscita a fare la pipì in navigazione ( sia sopracoperta che sotto), quando questa donna avrà vomitato un equo numero di volte, quando questa donna sarà impastata di sale come un’orata pronta per il forno, ecco: la donna sarà accettata dalla fidanzata del velista.
Cercando di essere stringata: ogni donna di un velista saprà sempre di non essere al 1° posto nel cuore.
SCOTTE: Che spiegare? Sono corde, ma guai a chiamarle così quando si è a bordo di una barca a vela, ti guardano come se tu fossi un individuo con un Q. I. pari a -25. Ma c’è una cosa da non dimenticare mai: le scotte si chiamano così perché possono scottare ( provare per credere).
DRIZZE: Anche queste sono corde, normalissime corde, ma anche in questo caso non proferite mai questa parola!!
SCOTTINE: Nessuno si stia a scervellare, sono solo corde un po’ più sottili.
CIME: Sempre di corde parliamo. In genere hanno un diametro maggiore. Tanto per fare un esempio e agevolare la lettura e la vita dei comuni mortali: le cime d’ormeggio sono quelle corde belle grosse con le quali si ormeggia.
BOMA: E’ un pezzo di metallo lungo, grosso e pesante che fa da base alla vela più grossa (la randa). Generalmente il boma ti viene a cercare e lascia caratteristici bozzi in testa.
ALBERO: E’ un palo, un semplice palo che tiene su la vela.
RANDA: E’ la vela principale. E’ un grosso telo triangolare, forse ci uscirebbe anche un lenzuolo a due piazze.
GENOA: E’ un’altra vela, in genere si dimena al vento proprio sulla punta della barca.
FIOCCO: Lasciate ogni speranza! Nessun regalo con fiocco. Il Fiocco altro non è che un’altra vela.
PRUA o PRORA: La punta della barca, ovvero la parte davanti.
POPPA: Nessuno pensi male! E’ la parte posteriore della barca, ovvero è il didietro.
CANDELIERI: Sono quei tubi metallici che formano le ringhiere intorno alla barca.
DRAGLIE: Insieme ai candelieri formano le ringhiere. Sono comode per stendere il bucato.
PILOTA AUTOMATICO: Non è un essere umano, ma è capace a condurre la barca: è sufficiente dargli i numeri esatti. Lucia gli parla e talvolta lo insulta. Ogni tanto anche lui “sballa” ma non sappiamo che sostanze usi.
ROTTA: Nulla di frantumato. E’ semplicemente la via da seguire quando si va per mare.
MEZZO MARINAIO: Tranquilli tutti, non è un essere umano a metà. E’ un bastone che in fondo ha un gancio. Lo si usa in più di una occasione. Generalmente negli ormeggi può essere molto utile per dare prova di destrezza.
TRAPPA: Sempre di corde trattasi. Ma questa è davvero particolare: le migliori sono sporche, puzzolenti e viscide; spesso sono colonizzate da alghe, cozze e altri esseri marini taglienti. Quando la prendi in mano la prima volta è una esperienza che non dimenticherai! La volta seguente userai i guanti. La trappa serve perchè insieme alle cime tiene la barca ferma quando è ormeggiata.
NODO O NODI: è un’unità di misura come i metri o i litri.
MIGLIA: è un’unità di misura come i chilometri e serve a misurare le distanze in mare.
Kn : si usa come la gente normale usa la sigla Km/h. Inutile scervellarsi per capire a quanti nodi si sta veleggiando: lo capirete dall’entusiasmo o dal malumore dello skipper.
DRITTA: altro non è che la destra. Quando siete a bordo o ancor peggio in compagnia di velisti, se non volete assistere ad un’improvvisa crisi convulsiva non dite mai: “a destra”. Si dice: “ A dritta”.
COPERTA: ci si cammina sopra. E’ la parte di sopra della barca, quindi è il luogo dove puoi camminare, prendere il sole e inciampare nelle corde…oops nelle drizze.
POZZETTO: nessuna illusione perché non ci si mette nulla a congelare! E’ solo il luogo dove (forse) puoi stare seduto, ma quando c’è un bel mare anche in questo luogo arrivano le secchiate d’acqua.
SPECCHIO DI POPPA: non ci si può rifare il trucco; non ci si può fare la piega ai capelli né tantomeno osservare come cade l’abitino. Lo specchio di poppa è a poppa ovvero dietro. E’ il luogo migliore per fare pipì durante la navigazione, è il luogo dal quale si scende per fare il bagno ma è anche il luogo migliore dal quale si può cadere e fare un bagno indesiderato.
PUNTO NAVE: è quel punto che si segna sulla cartina e indica il punto (quasi) preciso dove si è in quel momento: Si calcola con metodi da alchimista e stregonerie e viene indicato con semplici numeri. Quando te ne parlano devi solo annuire perché se si chiedono spiegazioni….è finita!
GAVONE/I: è perfettamente inutile che qualcuno abbia la speranza di avere a che fare con un’enorme bottiglia del miglior GAVI in circolazione. Si sta solo palando di un posto dove si mettono un sacco di “cose” nella speranza che quando serviranno si possano trovare.
CUCCETTE/A: letti. Sono solo i letti dove si dorme. In barca non “si va a letto” si “va in cuccetta” e badate bene a non sbagliare.
ORMEGGIARE: posteggiare, sistemare la barca in porto. Ovvero fare in modo che autonomamente non navighi! In parole quasi semplici cercare il modo di farla rimanere attaccata al muretto (molo) con le corde.
L’ormeggio può essere di poppa ( la barca con il dietro verso il muretto); all’inglese ( il fianco della barca attaccato al muretto); di prua o prora (con la punta verso il muretto).
Non chiedete a me ulteriori spiegazioni sull’ormeggio perché io sono Lucia “l’imbranata dell’ormeggio”.
PARABORDI: ce ne sono di varie fogge ( grossi palloni, enormi salsicce ecc..) e misure. Sono di gomma e pieni d’aria. Si usano come distanziatori. Vengono appesi con corde ( cimette). Durante la navigazione NON si lasciano mai appesi all’esterno perchè lo skipper del momento potrebbe avere un attacco di bile. La barca deve scivolare elegantemente, non deve avere salsicce che dondolano sui lati.
BOZZELLO: è una specie di gancio con una carrucola (piccola). Non serve per stendere i panni del bucato, è utilizzata dai velisti e non fate altre domande perchè un velista usa il bozzello in svariate situazioni (no!!! In cuccetta no!!)
TENDER: è un canotto. Piccolo, ha sempre acqua al suo interno e serve per traghettare dalla riva alla barca e viceversa quando si è ormeggiati ad una boa o si è dato fondo all’ancora ( insomma quando si non si è attaccati comodamente ad un muretto bensì ci si è sistemati in mezzo al mare).