Come riparare sensore wind T120 TackTick. Eccovi una guida abbastanza dettagliata e corredata da fotografie, sullo smontaggio e riparazione del sensore wind T120 della Tack Tick. Proprio il giorno della partenza per l’ormai consueta crociera di capodanno, il sensore del vento ha deciso di mollarmi in asso! Certo il sensore del vento non è uno strumento fondamentale per la navigazione a vela, ma averlo fa comunque comodo.
Per chi non lo sapesse o non lo ricordasse, premetto che gli strumenti di navigazione della Tack Tick funzionano in wireless, quindi il sensore del vento in testa d’albero è dotato di una sua batteria ricaricabile agli ioni di litio. Tale batteria incorporata nel sensore , viene ricaricata da una coppia di piccoli pannelli solari.
Dopo l’amara scoperta, ho fatto alcune prove con la diagnostica inclusa nel software di gestione del display del vento, che mi hanno permesso di stabilire che il sensore in testa d’albero non trasmetteva più i dati. Così, durante i 10 giorni di navigazione, ho trovato il tempo per farmi una “passeggiata” in testa d’albero per smontare il sensore incriminato. Dopo averlo attentamente analizzato, mi sono rassegnato a completare la crociera senza il comodo ausilio dei dati relativi al vento, rimandando l’apertura del misterioso sensore ed il tentativo di riparazione a termine vacanza.
Proprio alcuni giorni fa, mi sono così dedicato all’impresa: preso in mano il sensore ho iniziato a studiare il modo di aprirlo. Ecco la descrizione delle varie fasi:
Fase 1 – Trovare le viti
Sotto il sensore vi è un adesivo con riportata marca, tipo sensore ed altri dati. L’adesivo è abbastanza spesso e cela molto bene, anche al tatto, le viti che fissano le due parti che compongono il guscio del nostro sensore del vento. Tolto l’adesivo vi appariranno le 4 piccole viti Torx che andranno rimosse.
Fase 2 – Rotore a palette
Levare il rotore con le palette non è cosa fondamentale per aprire il sensore, ma io consiglio di farlo per evitare di romperle inavvertitamente. Per togliere il rotore dal sensore, dopo aver rimosso la vite che fissa anche il sensore all’asta, si nota che la base di questo può essere ruotata di pochi gradi verso sinistra. Dopo aver fatto ciò, magari aiutandosi con un piccolo cacciavite per fare leggermente leva tra questa ed il corpo del sensore, lo si sfila. In questa operazione, fate attenzione a non perdere o danneggiare l’o-ring arancione posto sulla base del rotore, che potete vedere in qualcuna delle foto accluse.
Fase 3 – Separare i gusci
Tolte le 4 vitine ed il rotore a palette, guardando attentamente la linea di congiunzione tra i due gusci in plastica che compongono il sensore, si puo notare che lungo il perimetro ci sono delle piccole fessure. Infilando un piccolo cacciavite in queste fessure, fare pressione con le dita sul vetro dei pannellini solari, aiutandosi con il cacciavite per sganciare i relativi incastri. Una volta sganciati, basterà fare pressione con i pollici sui vetrini dei due pannelli solari (sempre con attenzione), agganciando con le altre dita di ciascuna mano la parte superiore del guscio per sfilare il corpo del sensore.
Fase 4 – Aprire il corpo del sensore
Siamo quasi alla fine del nostro lavoro. Ora è il momento di togliere il coperchio in plastica trasparente che oltre a sigillare la circuiterie, protegge i pannellini solari. Tra questo coperchio ed il corpo in plastica nera del sensore, vi è una delicata guarnizione biadesiva. Munitevi di una sottile lama metallica che non tagli (io ho usato un coltello da tavola di quelli sottili e con punta arrotondata), e piano piano cercate di creare uno spazio in cui infilare la lamina metallica. Una volta infilata tra la plastica trasparente e la guarnizione, piano piano scollatele fino a togliere del tutto il coperchio trasparente.
Fase 5 – Estrazione del circuito stampato
Ribaltando i pannellini solari viene subito allo scoperto il pacco batterie, composto da 2 batterie ricaricabili al litio da 3V messe in parallelo. Tali batterie sono del tipo a bottone mod. ML2430, collegate allo stampato con un piccolo connettore. Tolte le batterie, con un piccolo cacciavite ci si può aiutare a rimuovere la protezione plastica che separa le batterie dal circuito stampato ed infine si può estrarre anche il circuito stesso.
Ora abbiamo davvero finito lo smontaggio ed eccovi tutti i pezzi fino ad ore rimossi.
Fase 6 – trovare il guasto
Partendo dal fatto che il sensore ha fatto magnificamente il suo lavoro per 4 anni, fin da subito avrei scommesso che il problema stava proprio nelle batterie; così ne ho subito misurato la tensione a vuoto. Risultato: 1,8V contro i 3V nominali, segno che le batterie sono decisamente rovinate. Va infatti considerato che le batterie ricaricabili al litio, pur avendo moltissimi pregi, sono altresì delicate e non tollerano una scarica profonda, quindi a prescindere da cosa l’aveva causata, queste erano decisamente da sostituire.
Il passo successivo era verificare il corretto funzionamento del sensore. Per testarlo non restava che alimentarlo con una tensione di 3V e verificare se il display riceveva i suoi dati.
Utilizzando due pile stilo in serie, ho improvvisato un collegamento “volante” con il sensore e con somma gioia, accendendo il display ho potuto constatarne il corretto funzionamento. Anche il test del segnale è risultato più che efficiente. Ora non restava che capire se le batterie si erano scaricate a fondo per colpa dei pannelli solari che non le ricaricavano oppure se avevano terminato il loro ciclo di vita.
La prova dei pannelli è stata molto semplice, è stato sufficiente dissaldarli dal circuito stampato ed esporli alla luce solare misurandone la tensione fornita, che era di circa 4,6 volt a vuoto. A proposito di questi pannelli, se a qualcuno dovesse interessare sostituirli, questi sono in silicio amorfo, e misurano esattamente 20 x 25 mm.
Tornando al mio sensore, a quel punto ho potuto stabilire con ragionevole sicurezza che i pannelli funzionavano correttamente, così come il diodo che li collega al pacco batteria, che ho potuto misurare direttamente tra il punto di connessione dei due pannelli (sono collegati in parallelo tra loro) ed il positivo del pacco batteria.
Fase 7 – ricostruire il pacco batterie
Acquistate le due batterie ricaricabili ML2430, ho così ricomposto il nuovo pacco batterie saldandole alle due sottili strisce metalliche accuratamente rimosse dal vecchio pacco batteria. L’operazione di saldatura, va effettuata abbastanza velocemente per non surriscaldare troppo le batterie e questo rende un po difficoltoso fare saldature sottili che non inspessiscano troppo il pacco finito. Io dopo aver fatto le 4 saldature, utilizzando della carta a vetro le ho limate un po’ per assottigliarle.
Terminata l’operazione, le ho avvolte con un pezzo di tubetto termo-restringente per consolidarne le caratteristiche meccaniche. Tuttavia, essendo il tubetto piuttosto spesso, all’atto di rimontare il tutto, il pacco batteria era troppo spesso e non permetteva al coperchio di chiudersi correttamente. Ho così rimosso il termo-restringente poiché le batterie rimangono comunque elettricamente isolate da tutto il resto. In questo modo tutto si è chiuso alla perfezione.
Ah! dimenticavo di dire che prima di rimontare tutto quanto, ho misurato la tensione delle batterie che era di 2,97V, poi allo scopo di verificare che venissero ricaricate, ho lasciato il tutto per un paio d’ore esposto alla luce diurna, e successivamente, oscurando i pannelli, ho misurato nuovamente le batterie, che essendosi ricaricate fornivano 3,1V.