Il nome Alcyone, ha origini antiche ed è da sempre legata al mare ad alla navigazione.
Uno dei significati, secondo le origini italiane, è “Generata dal mare”, ma è anche una divinità greca, infatti secondo la mitologia Alcyone era figlia di Eolo e Egiale nonchè sposa di Ceice.
L’Alcyone è anche un uccello, considerato il simbolo della tranquillità del mare, ed in tal proposito vi è una leggenda:
La terra ove viveva Alcyone era vessata da una tremenda carestia ed afflitta dal senso di colpa poichè in cuor suo sapeva di di essere la causa di tale carestia. Le motivazioni di tale colpa potevano essere sia il fatto che dopo aver fatto un bagno in un magnifico lago, adagiandosi sinuosa e sensuale sul prato, riceveva gli omaggi di fauni e ninfe che la scambiarono per la Dea Artemide senza essersi sottratta all’equivoco, scatenando così le ire della Dea. Oppure altra motivazione poteva essere quella di aver paragonato e chiamato il suo bellissimo marito Ceice, Zeus, scatenando anche in questo caso le la sua ira.
In una notte di tempesta, a tre mesi dalla partenza di Ceice, andato in mare e senza che ella ne avesse piu notizia, Morfeo le apparve in sogno con le sembianze del marito Ceice il quale le annunciava la propria morte tra le onde tempestose. Così svegliatasi di soprassalto e colta dall’ angoscia, Alcyone corse in riva al mare e scrutando le acque ribollenti, fu certe di veder il corpo di Ceice che le stava per essere restituito inerme, privo di vita.
In preda al dolore, si lanciò tra le onde senza però mai raggiungerle poichè gli Dei, in un impeto di misericordia le donarono un paio di ali grazie alle quali si alzò in volo. Anche il corpo di Ceice fu dotato di ali e spicco il volo dal mare in burrasca, raggiungendo l’amata sposa.
Tramutati entrambi in uccelli, fanno il nido in riva al mare e nel periodo della cova, Eolo, placa i venti affinchè il mare non gliele porti via. Gli Alcyoni sono il simbolo della tranquillità del mare.
In astronomia Alcyone, è una stella gigante, di colore bianco-azzurro, che dista circa 400 anni-luce da noi ed è circa 900 volte più luminosa del nostro sole. Il nome della stella, deriva appunto da un gruppo che compongono le Pleiadi ed Alcyone assieme ad Atlas, Maia, Merope ed Electra sono le piu luminose ed assieme formano un gruppo che assomiglia ad un carro in piccolo.
Le Pleiadi per altro già nell’ antica Grecia erano ben conosciute ed il loro sorgere all’ alba verso est, coincideva con l’arrivo del bel tempo e della stagione per le navigazioni nel mediterraneo, così vennero conosciute un po in tutto il bacino come le stelle dei marinai.
In ambito letterario, Alcyone è anche il titolo di una raccolta di liriche pubblicata da Gabriele D’Annunzio :
“” Il 7 luglio del 1899 D’Annunzio scrive ai Fratelli Treves Editori di un progetto poetico lungo e complesso al quale sta lavorando:
« Ho passato questi giorni in una quiete profonda, disteso in una barca al sole. Tu non conosci questi luoghi: sono divini. La foce dell’Arno ha una soavità così pura che non so paragonarle nessuna bocca di donna amata. Avevo bisogno di questo riposo e di questo bagno nel silenzio delle cose naturali. Ora sto molto meglio; […]. Non so se alla Capponcina mi attenda qualche tua lettera. Non so più nulla di nulla. Nessuno sa che io son qui, fortunatamente, ed ho evitato di avere la corrispondenza cotidiana e i giornali. Ho scambiato qualche parola con un marinaio ingenuo, che è la sola persona umana cui io mi sia accostato. – Come si può vivere dunque nelle città immonde – io mi chiedo – e dimenticare queste consolazioni? Credo che finirò eremita, su un promontorio. Penso all’ora in cui dovrò riprendere il treno, con un rammarico indicibile. Vorrei rimanere qui, e cantare. Ho una volontà di cantare così veemente che i versi nascono spontanei dalla mia anima come le schiume delle onde. In questi giorni, in fondo alla mia barca, ho composto alcune Laudi che sembrano veramente figlie delle acque e dei raggi, tutte penetrate di aria e di salsedine. Sento che in un mese o due potrei d’un fiato, comporre tutto il volume. Ma bisognerà purtroppo che mi rimetta alla mola della prosa, e per un’opera che partorirà tante pene! Libertà, libertà, quando mi coronerai per sempre? Le allodole sulle prata di San Rossore cantano ebbre di gioia […]. Bada che per le Laudi voglio un’edizione speciale, e degna della poesia. Verrò io stesso a Milano per curarla. Ho pensato una innovazione graziosa. […] Se tu potessi immaginare le bellezze di questa marina! » “” – Cit. Wikipedia